Le aziende della ‘ndrangheta hanno già lavorato nel cantiere?
La chiusura delle indagini dell’operazione San Michele, con relative richieste di rinvio a giudizio, non solo dimostra gli interessi speculativi per il TAV da parte di certe aziende “in odor di mafia”. Ma, se le ipotesi fossero confermate, anche l’intervento diretto già avvenuto nel cantiere di Chiomonte (TO) da parte di aziende vicine alle organizzazioni malavitose. L’impresa di Toro, protagonista delle intercettazioni riportate nei fascicoli dell’inchiesta, ha infatti asfaltato le strade interne al cantiere della Maddalena.
In questo caso, come ampiamente previsto, si rivelerebbero completamente inutili tutti i controlli antimafia sbandierati in questi anni dai sostenitori del TAV e da Virano, neo presidente di TELT. Carta straccia, tranquillamente aggirata da imprenditori senza scrupoli.
Inoltre le intercettazioni rese note dai media disegnano un quadro inquietante e denunciato da diversi anni da quanti si oppongono all’alta velocità in Valsusa. Le minacce nei confronti dei No TAV pronunciate al telefono da certi personaggi dovrebbero far rabbrividire quanti hanno a cuore la legalità in Piemonte ed in Valsusa e dovrebbero indurre a riflettere sull’opportunità di continuare a proteggere militarmente il cantiere, anzichè preoccuparsi dell’incolumità dei cittadini che si oppongono a quest’opera devastante.
Francesca Frediani, Consigliere regionale M5S Piemonte Marco Scibona, Senatore M5S